Centrale elettrica a Le Cave

Centrale elettrica

Progetto: Curatorium per i Beni tecnici Culturali
Foto: Monika Leitner

Sull'opera

Sarà a breve possibile ammirare uno dei più interessanti gioielli della tecnica dell'Alto Adige, dopo i lavori di restauro durati più di un anno. La piccola storica centrale a Sacco, situata su un cucuzzolo che si affaccia sulla Valle Isarco, riprenderà tra poco a girare. Sarà la prima centrale-museo "impresenziata", in qualunque momento visitabile lungo la pista ciclabile tra Brennero e Bressanone: premendo dall'esterno un pulsante è possibile fare partire la turbina e percepire i singoli passaggi della produzione della corrente elettrica. La relazione tra l'oasi naturalistica, ancora selvaggia e romantica, che avvolge questo "gioiello della tecnica" e la didattica presentazione dell'antica tecnologia, non mancherà di suscitare nei ciclisti, nelle scolaresche e nei passanti intense suggestioni.

La centrale a Sacco è uno dei primi "siti della tecnica" che vengono realizzati step by step - in qualche caso attraverso semplici evidenziazioni scenografiche - lungo le piste ciclabili dell'Alto Adige. Dopo alcune analisi e rilievi architettonici condotti da un gruppo di studenti dell'Istituto Geometri guidati dal prof. Norbert Frenes, ora la centrale costruita nel 1929 e che originariamente alimentava circa 30 case e l'Hotel Sachsenklemme, è stata dunque restaurata dal Comune di Fortezza su iniziativa del Curatorium.

I lavori tecnici sono stati coordinati dall'ing. Fritz Starke, il concetto architettonico è di Markus Scherer e la consulenza per le luci porta la firma di Dieter Bartenbach. Oltre alla realizzazione della scenica copertura con il lucernario integrato per proteggere l'edificio dalle intemperie invernali, è stato ripristinato il muro e l'intonaco interno. I lavori di muratura sono stati eseguiti con accuratezza dalla ditta Josef Rastner. Altro particolare: la porta d'entrata è stata sostituita da una bussola in vetro protesa verso l'interno, in maniera da poter spaziare con la visione sull'intera sala macchine. Le due finestre laterali sono dotate di vetri antiriflesso: turbina, generatore, stazione di trasformazione e distribuzione saranno perfettamente visibili in ogni condizione di luminosità. All'esterno, nella zona di scarico della acque, una semplice griglia di metallo conduce verso la cascata, uno specchio d'acqua appena illuminato con una luce colorata conclude il percorso.

Si è trattato di interventi semplici ma in grado di catalizzare l'attenzione sia da lontano che da vicino affinchè la tecnica e il suo ambiente risplendano come meritano. Grazie alla particolare forma di cooperazione progettuale organizzata dal Curatorium, il restauro dei macchinari è avvenuto a cura di un gruppo di studenti della Scuola Professionale di Bressanone sotto la guida dei docenti Hubert Sellemond e Helmuth Faller. Così la bella centrale-museo ha già svolto una parte del ruolo didattico e culturale a cui è stata destinata. Tutta l'operazione è stata messa in rete nel sito web del Museo Virtuale della Tecnica accanto agli altri oggetti presenti nella banca dati. La vecchia centrale, ora musealizzata, è situata su un piccolo rilievo lungo la pista ciclabile nel Comune di Fortezza. Attualmente si giunge alla sala macchine attraverso una strada forestale, che parte dalla ciclabile all'altezza di un casello di servizio ferroviario in disuso. Bella anche la passeggiata a piedi con scalo all'Hotel Sachsenklemme (ca. 15 min.). La centrale, come segno sul territorio, è visibile da autostrada, ferrovia e statale e si pone come riferimento visivo e culturale al centro di un'oasi verde.

Tecnica

Si tratta di una centrale idroelettrica edificata durante l'elettrificazione rurale in Alto Adige negli anni '30. Costruita nel 1931, la centrale ha prodotto corrente ininterottamente fino al 2001. Dopo la cessazione di esercizio dovuta al subentro di una centrale più efficiente, l'impianto è stato ristrutturato e adibito a scopi museali dimostrativi. Il piccolo parco macchine, costituito da pezzi originali, é stato restaurato da un gruppo di studenti della scuola professionale "Tschuggmall" di Bressanone. Il fabbricato, sotto tutela architettonica, è stato risanato a regola d'arte e offre attraverso una vetrina inserita nella muratura, la visione del funzionamento all'interno. Il gruppo viene alimentato da una quantità d'acqua pari a 1,0 l/sec, producendo una resa massima di 4,0 kW. Fino alla sua trasformazione in museo non presidiato, la centrale produceva corrente elettrica grazie all'acqua proveniente dal Rio Catino posta a un livello di 1266,6 mlm. Il canale di scarico, in conclusione si estende a formare un piccolo bacino di accumulo. La condotta forzata (in tubi di acciaio saldati) si sviluppa in superficie lungo la parte orografica destra del Rio Catino con un diametro di 150 mm e una lunghezza totale di 1140 m. La sala macchine é situata sulla p.ed. 134 nel comune catastale di Mezzaselva. L'acqua derivata era in origine intorno a 20 l/s con una caduta di 444,6 m., per una resa media di 87,17 kW.

Storia

La Centrale di Sacco è stata realizzata nel 1931 da Francesco (Franz) Fischer, al tempo proprietario dell'Hotel Sachsenklemme, secondo un progetto di Adolfo (Adolph) Schumacher risalente nel 1929. Dopo problemi di tipo finanziario e forse anche politico, il Fischer dovette cedere la sua proprietà. Subentrarono i fratelli Insom che a loro volta vendettero nel 1972 l'Hotel e la centrale all'attuale proprietario, Josef Ganterer. Mediante una convenzione, la centrale dimostrativa é ora passata al Comune di Fortezza. A suo tempo la resa dell'impianto variava dai 35 kW invernali sino ai 100 kW in estate. A partire dall'11.05.2001 la centrale è stata sostituita da una nuova, più efficiente. La centrale, ormai storica, approvvigionava con corrente elettrica oltre all'Hotel Sachsenklemme le 30 famiglie della località Le Cave. Per la sua purezza, l'acqua di scarico veniva successivamente utilizzata nella lavorazione del cartonificio Pretz.